SCUOLA ITALIANA



ERITREA

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GENTE D'ERITREA

Per migliaia di anni l'Eritrea è stata crocevia di antiche rotte commerciali provenienti da Asia, Arabia e Africa e residenza di vari gruppi etnici dai diversi stili di vita, religioni e tradizioni.
In Eritrea oggi si riconoscono nove distinti gruppi etnici: Beja, Saho, Afar e i Bileni di origine cuscitica; Tigre, Tigrigna e Rashaida di origine semitica; Nara e Kunama.


I Beja del Deserto Nubiano

I Beja, conosciuti dai greci come i Blemmyes, vivono sulla costa del Mar Rosso da migliaia di anni. La loro vita è estremamente dura e, per molti aspetti, lontana dal mondo moderno. La maggior parte dei Beja sono pastori semi-nomadi, rinomati allevatori di cammelli. I più vivono nel Deserto Nubiano, che si estende al confine fra Sudan ed Eritrea, mentre altri vivono nella più fertile area a sud-est di Agordat e praticano l'agricoltura.
La gente è organizzata semplicemente in gruppi sulla base della discendenza patriarcale. Tutti gli uomini adulti discutono i problemi della comunità, mentre le donne sono escluse. Le donne beja sono particolarmente riservate di fronte agli stranieri, e nascondono con veli di mussola i loro bellissimi ornamenti d'oro
I Beja nomadi vivono in piccoli accampamenti, in case con impalcature di vimini ricoperte di stuoia e pelli. Queste possono essere facilmente smontate e trasportate da cammelli, quando la gente si sposta nella continua ricerca di acqua e nuovi pascoli. In alcune aree la lingua dei Beja viene sostituita dal Tigre, perchè i ricchi Beja tendono a sposare donne Tigre- e sono spesso le madri che portano cambiamenti di lingua in famiglia.



I Bileni, contadini del Nord


famiglia Bilena

A sud del territorio dei Beja, intorno la città di Keren, i Bileni formano una piccola enclave che parla la lingua Cushitica . Contadini per tradizione, essi usano buoi per tirare i loro aratri.
La loro struttura sociale è organizzata per gruppi di parentela.
Come la lingua Beja, il Bilen è lentamente rimpiazzato dal Tigre e dal Tigrigna in seguito a matrimoni, relazioni sociali ed economiche tra questi gruppi, e in qualche misura, dall'arabo tramite l'insegnamento nelle scuole. Il Ministro dell'Educazione sta facendo tutto il possibile per coltivare e sviluppare le lingue madri. Alcuni studiosi Bileni stanno anche scrivendo dizionari monolingue, novelle, grammatiche e sillabari per salvaguardare la loro lingua.



I pastori Saho


donna e bambini
della penisola di Buri

Nel primo millenio, una popolazione di lingua cushitica scese dall`altopiano orientale ed sviluppò un modo di vita pastorale adeguandolo al terreno sterile dei bassopiani e gradualmente dando origine a quelle popolazioni oggi conosciute come Saho e Afar.
I Saho abitano la costa e l'entroterra attorno a Massawa, muovendosi alternativamente secondo le stagioni. Verso la fine di Aprile, quando le piogge nel bassopiano finiscono, i Saho lasciano la regione costiera di Semhar e muovono il loro bestiame per andare su negli altopiani di Akele-Guzai, dove comincia la stagione delle pioggie. Lì si fermano fino a settembre, quando le piogge terminano, e poi tornano verso il bassopiano per avvantaggiarsi della stagione umida di quei luoghi.
Nei secoli un rapporto di reciproco aiuto si è sviluppato tra i Saho dell'altopiano e i Tigrini. I Saho non solo badano al proprio bestiame ma anche a quello dei Tigrini dell'altopiano, dai quali ricevono in cambio dei cereali.
Gradualmente questo ha portato all'insediamento di gruppi di Saho fra i Tigrini dell'altopiano, cosicchè ci sono vari villaggi in Akele-Guzai dove Saho e Tigrini vivono uniti.
I Saho che si sono sistemati negli altopiani, sono diventati gradualmente piccoli agricoltori, come erano i lori antenati prima di scendere verso la costa migliaia di anni fa.
Il miele è un'importante parte della dieta dei Saho e allevare api è un'attività prestigiosa. Persino i Saho di città si dedicano all'apicoltura.
I Saho sono organizzati per discendenza patriarcale. Ciascuno dei sette gruppi ha un capo tradizionale, chiamato rezanto, ma la sua autorità è soggetta all'approvazione di una assemblea costituita da soli maschi. Anticamente il ruolo del "rezanto" era quella del capo militare in tempo di guerra.
I Saho si compiacciono della loro reputazione guerriera. In passato un gruppo scortava le carovane tra Etiopia centrale e Massawa, e erano profumatamente pagati per la loro protezione militare.



Gli Afar, la sfida alla depressione dancala


ragazzo Afar
della penisola di Buri

Gli Afar vivono in una regione del tutto inospitale, la depressione dancala e le colline lungo la costa del Mar Rosso che si estendono fino a Djibuti e oltre. La maggior parte dell'area è un deserto arido e bruciato dal sole.
Gli Afar sono pastori che si sono adattati ad un ambiente particolarmente inospitale. Anche se il loro territorio è deliminato dai confini di tre nazioni gli Afar si muovono abbastanza liberamente con cammelli e capre, vivendo in capanne emisferiche (realizzate con rami intrecciati coperti di stuoie e pelli) facilmente trasportate da cammelli. Si servono di cammelli anche per trasportare sugli altopiani il sale che estraggono dopo un lungo processo di essicazione, mantenendo vivo un commercio vecchio di secoli.
Nelle piccole oasi del territorio Afar si coltivano mais e tabacco. In alcune aree dell'altopiano vivono stabilmente in case di pietra o grotte scavate nella roccia.
Lungo la costa, alcuni sono impegnati nella pesca e molti lavorano come marinai su navi mercantili.
Gli Afar sono una tipica popolazione organizzata in linea patriarcale.
La loro letteratura orale riflette l'alta considerazione in cui tengono l'abilità militare e per questo hanno un ampio repertorio di canti di guerra. Ma a testimonianza della loro tradizione pastorale, esaltano, soprattutto, i meriti del cammello.



Gli amichevoli Tigre

Le tre lingue semitiche parlate in Eritrea sono Tigre, Tigrigna e Arabo. Tigre e Tigrigna sono strettamente imparentate tra loro e con l'antica lingua Ge'ez.
In Eritrea i Tigre vivono nella regione del Mar Rosso settentrionale, Anseba e Gash Barka.


per tradizione i Tigre conducono
la vita dei pastori nomadi

Tradizionalmente i Tigre hanno seguito un tipo di vita nomado-pastorale, simile a quello dei loro vicini Cushitici del nord, i Beja. C'è stata una relazione molto stretta tra i due gruppi e infatti, come detto prima, molti Beja parlano Tigre come seconda lingua e alcuni gruppi lo hanno adottato come lingua madre. Alcuni Tigre praticano l'agricoltura, e molti sono sedentari per alcuni mesi dell' anno in cui coltivano granoturco, sorgo e altri cereali. Dopo il raccolto, in coincidenza della stagione secca, si muovono con i loro animali verso nuovi pascoli.
Quando i pastori scendono verso le valli in cerca di erba fresca per i loro animali o quando salgono sulle montagne dell'altopiano, la maggioranza dei membri della famiglia vuole partire con loro. Anche se possono rimanere nei piccoli villaggi, dove ci sono abitazioni permanenti, i vecchi e gli ammalati insistono per viaggiare col gruppo. Le masserizie e le provviste sono trasportate con i cammelli, che trasportano anche persone malate o nuove spose. La vita sociale in queste piccole comunità autosufficienti e semi-nomadi è basata su legami di affetto e solidarietà e questa è la causa per la quale nessuno vuole rimanere separato dal gruppo.
Tradizionalmente i gruppi Tigre hanno una struttura sociale gerarchica con una piccola aristocrazia nota come shemagille, che governa la maggioranza dei Tigre. Nonostante questo, le relazioni sociali tendono a essere distese. I bimbi tigre sono allevati in modo libero e fin dalla loro più tenera età partecipano a quasi tutte le discussioni famigliari e comunicano senza alcuna inibizione. Le punizioni corporali sono estremamente rare e i bimbi raramente bisticciano tra di loro.
La letteratura orale dei Tigre è molto elaborata e comprende fiabe, proverbi, slogan di guerra, leggende, tradizioni, poesie, canzoni relative a differenti tribù Tigre, indovinelli, canti funebri, credenze soprannaturali, storie di battaglie dei tempi passati, conoscenze antiche, storie di armi, ecc.
Ai Tigre piace molto cantare e ballare. Di sera spesso uomini e donne giovani si riuniscono, cantano, suonano il tamburo e il mesenko (un tipo di chitarra), battono le mani e danzano diversi tipi di danze. Quando gruppi di famiglie si imbattono in pascoli freschi e pozze d'acqua, lasciano il bestiame ad abbeverarsi e poi preparano le loro tende a semi-sfera e mettono a posto i loro tappeti, pelli e indumenti. Portano gli animali al pascolo e poi servono il cibo, che spesso consiste in polenta di dura con yogurt. Dopo cantano e danzano insieme fino al mattino.
I saluti nella società del Tigre sono particolarmente importanti. Senza servizi postali, radio, televisione, giornali o telefoni il saluto cerimoniale "Cosa hai visto? Cosa hai sentito?" comunica informazioni essenziali. In tempi come la guerra di liberazione durata 30 anni, forse poteva fare la differenza tra vita e morte.



Tigrigna, gli abissini dell'altopiano


donna Tigrigna

Circa la metà della popolazione totale dell'Eritrea parla il Tigrino. La maggior parte contadini, coltivano la terra densamente popolata dell'altopiano. Riferendosi a se stessi, alla loro lingua e cultura, i Tigrini usano il termine habesha, che fu anglicizzato nella parola Abissinia.



Rashaida, immigrati recenti dall'Arabia


donna Rashaida

I Rashaida furono l'ultima della popolazione Semitica ad arrivare in Eritrea, nella metà del secolo scorso. Fu la più recente onda di antiche migrazioni dalla penisola arabica verso il Corno d'Africa.
La loro terra d'origine era Hejaz, dove una battaglia persa con altri gruppi arabi li obbligò ad attraversare il Mar Rosso verso il Deserto Nubiano, che si estende sul confine tra l'Eritrea e il Sudan. Qui si stabilirono, circondati dai Beja, e come i Beja, i Rashaida vivono allevando cammelli. Organizzati in clan per linea patriarcale, sono fieramente indipendenti. Si sposano solo tra di loro e così hanno mantenuto la loro peculiare cultura.



Kunama, un'antica eredità culturale

Due differenti gruppi, i Nara e I Kunama, vivono nella zona del Gash Barka, nel bassopiano occidentale al confine con il Sudan.
Si pensa che i Kunama siano i primi abitanti di questo territorio. Sono principalmente contadini che coltivano con semplici vanghe una varietà di cereali e vegetali e praticano anche la caccia.
Ma la loro principale fonte di sostenimento è il bestiame che dà ricchezza e prestigio. La società Kunama è democratica. I vecchi, che godono di alta considerazione, prendono le decisioni più importanti, dopo infinite discussioni sotto gli alberi ombrosi.


ragazzo Kunama

La struttura sociale dei Kunama è matriarcale, e i figli ereditano dallo zio materno. Uomini e donne giovani socializzano senza restrizioni. I ragazzi adolescenti attraversano certi riti d'iniziazione e durante questo periodo studiano le tecniche della caccia. Una volta uomini, sono considerati liberi di sposarsi, veramente liberi perchè giovani scelgono da soli le loro spose.
La vita sociale è molto intensa, e questo spiega perchè ai Kunama non piace essere lontani da casa. Si sa di Kunama istruiti che hanno dato le spalle a centri urbani per ritornare alla calda vita sociale dalle loro case rurali. Molta parte della coltivazione è fatta dalla collettività e, una volta finito il lavoro giornaliero, si rilassano cantando e danzando.
Rinomati danzatori, i Kunama hanno sviluppato più di 25 tipi di danze. Spesso queste sono rappresentazioni di eventi storici. Durante la guerra per la liberazione, soldati delle diverse etnie hanno combattuto, studiato, costruito, e danzato insieme, il che portò alla popolarizzazione delle danze dei Kunama.



I Nara, contadini dell'Ovest


donna Nara

Originariamente i Nara hanno avuto una cultura simile a quella dei Kunama, e la loro base economica - agricoltura mista, con un spiccato interesse per il bestiame - rimase uguale. Comunque, a metà del 1800 gli egiziani li convertirono all'Islam e la struttura familiare passò da matriarcale a patriarcale. Per migliaia di anni l'Eritrea è stata, quindi, un punto di fusione di migranti dall'Arabia e Africa che commerciarono e si sposarono con i diversi popoli che trovarono lungo la costa del Mar Rosso. Oggi le nove etnie, nomadi e pastori, pescatori e coltivatori che si sono adattati alla durezza del territorio vivono insieme in armonia.



Eritrea Horizons, Vol 1, No 2 , 1997 - traduzione a cura dei ragazzi della quinta classe del liceo italiano





 

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