SCUOLA ITALIANA



ERITREA

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LE PITTURE RUPESTRI DI SULLUM BA'ATTI'


Bovino


La parete dipinda di Sullum Ba'attì costituisce un formidabile palinsesto ricco di cancellature e sovrapposizioni, che non sembrano però mostrare forti diversità stilistiche o cronologiche. L'insieme appare come un'espressione piuttosto omogenea, in cui però si distinguono due momenti di attenzione, l'uno rivolto alla natura selvaggia, l'altro all'animale domestico.

Le rappresentazioni degli animali mostrano tutte il medesimo e semplice schema grafico di base, che si riassume in una figura rettangolare con la base concava, ottenuta con una linea ad arco che suggerisce la curva del ventre e le zampe. Su uno spigolo allungato della figura è impostato il disegno del muso, con corne e orecchie e, nella parte opposta, la coda.

L'immagine umana è rappresentata a Sullum Ba' attì in modo meno verosimile e riconoscibile di quanto non sia per la fauna. L'uomo è qui indicato in modo estremamente schematico e elusivo della sua reale identità, tanto da apparire più simile a zagaglia che ad antropomorfo. Queste figure schematiche sono disegnate con poche linee: un segmento più lungo è il corpo e due trattini curvi, che lo intersecano a diverse altezze,sono braccia e gambe; il segmento più lungo è al contemponella parte che sporge in alto il capo e nella parte inferiore il sesso maschile.



Figure antropomorfe e animali






  Giulio Calegari, Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali, Vol XXIX - Fascicolo I, pp. 48-51


 

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